Al ritmo di un cavallo bianco al galoppo

di Daisaku Ikeda

La vita esiste per la felicità, e il Buddismo parla di eternità e di felicità assoluta.
Tra i versi del capitolo Durata della vita del Tathagata che recitiamo ogni giorno troviamo queste parole: «... e là gli esseri viventi sono felici e a proprio agio» (SDL, 303).
Se continuiamo a vivere fino in fondo basandoci sulla fede riusciamo a percepire la gioia della vita semplicemente per il fatto di vivere, e possiamo vincere e superare qualsiasi difficoltà con assoluta serenità e fiducia in noi stessi. La recitazione di Gongyo e Daimoku ci permette di manifestare questa condizione vitale del Budda.
Le auree parole del Gosho affermano categoricamente: «Quando con la bocca recitiamo la mistica Legge, la nostra natura di Budda viene richiamata e immancabilmente emergerà» (RSND, 1, 789).
Il suono della voce che recita la Legge meravigliosa risveglia la natura di Budda dell'intero universo e Gongyo è la sublime cerimonia che sincronizza noi stessi - che siamo il microcosmo - con il ritmo fondamentale del macrocosmo.
Recitiamo un Gongyo squillante, con il ritmo di un cavallo bianco che galoppa su una vasta prateria, e con un ichinen così potente da risuonare in tutto il paese e in tutto il mondo mettiamo in moto le divinità protettrici dell'universo.
Il Buddismo toglie la sofferenza e dà gioia. Assumendo la grande e benefica medicina della Legge meravigliosa possiamo eliminare il veleno della sofferenza dal nostro cuore e colmarlo di una copiosa forza vitale. Se continuiamo a pregare con tutti noi stessi, diventiamo immancabilmente pieni di vitalità.
Anche oggi, grazie a un Gongyo vigoroso, facciamo sorgere nel nostro cuore il sole della speranza e viviamo raggianti una vita di assoluta vittoria.

(Anche oggi per kosen-rufu insieme al nostro maestro, 3 agosto 2013, www.ilvolocontinuo.it)
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